La malattia arteriosa periferica è associata a tassi più elevati di perdita ossea dell’anca e a un aumento del rischio di fratture negli uomini anziani
La malattia arteriosa periferica e l’osteoporosi sono malattie croniche la cui prevalenza aumenta con l’età e con alcune malattie metaboliche.
L’associazione tra malattia arteriosa periferica, tassi di perdita ossea e rischio di fratture negli uomini anziani non è stata stabilita con chiarezza.
Ricercatori dell’University of Minnesota a Minneapolis, hanno valutato l’ipotesi che la malattia arteriosa periferica sia associata a tassi più alti di perdita ossea e a un aumento del rischio di fratture.
Sono stati analizzati i dati di uno studio di coorte prospettico che ha coinvolto 6 Centri statunitensi e 5.781 uomini di almeno 65 anni di età; sono stati valutati l’indice caviglia-brachiale e la densità minerale ossea; il follow-up prospettico ha esaminato i cambiamenti nella densità minerale ossea e le fratture.
La malattia arteriosa periferica è stata definita come un indice caviglia-brachiale inferiore a 0.9.
La densità minerale ossea dell’anca è stata misurata con assorbimetria a raggi x a doppio raggio, al basale e dopo un periodo medio di 4.6 anni.
Fratture incidenti non-spinali sono state valutate grazie alle segnalazioni dei pazienti e confermate con i referti radiografici nel corso di un follow-up medio di 5.4 anni.
Al basale, la prevalenza di malattia arteriosa periferica era del 6.2%; dopo aggiustamento per età, razza, sito di frattura e densità minerale ossea al basale, il tasso annualizzato medio di perdita ossea all’anca è stato di -0.66% per anno negli uomini con malattia arteriosa periferica rispetto al -0.34% per anno negli uomini senza malattia arteriosa periferica ( P
Dopo ulteriori aggiustamenti per multipli potenziali fattori confondenti, la differenza è risultata attenuata ( -0.49% negli uomini con malattia arteriosa periferica versus -0.35% in quelli senza ), pur rimanendo significativa ( P=0.02 ).
Le osservazioni sono risultate simili per sotto-regioni specifiche dell’anca.
Il 12% degli uomini con malattia arteriosa periferica e il 7.9% di quelli senza il disturbo sono andati incontro a una frattura incidente non-spinale ( hazard ratio aggiustato per età, razza e sito di frattura = 1.47 ) e questa associazione non è risultata sostanzialmente alterata da aggiustamenti per potenziali fattori confondenti multipli.
In conclusione, in pazienti anziani la malattia arteriosa periferica è associata a tassi di perdita ossea più elevati e a un aumento del rischio di fratture non-spinali.
Gli studi futuri dovrebbero esaminare i meccanismi biologici alla base dell’associazione tra ridotto flusso sanguigno negli arti e fratture. ( Xagena2009 )
Collins TC et al, Circulation 2009; 119: 2305-2312
Endo2009 Cardio2009
Indietro
Altri articoli
Aspirina giornaliera a basso dosaggio e rischio di gravi cadute e fratture nelle persone anziane sane: sottostudio dello studio ASPREE
Le cadute e le fratture sono frequenti e dannose per la salute delle persone anziane. È stato riportato che l’Aspirina...
Rischio di fratture successive nelle donne in postmenopausa dopo fratture non-traumatiche o traumatiche
L'onere delle fratture tra le donne in postmenopausa è elevato. Sebbene le fratture non traumatiche siano forti fattori di rischio...
Prolia a base di Denosumab nel trattamento dell' osteoporosi nelle donne in postmenopausa e in uomini a maggiore rischio di fratture, perdita ossea negli uomini con cancro della prostata, perdita ossea in adulti trattati a lungo con i corticosteroidi
Prolia, il cui il principio attivo è Denosumab, è un medicinale usato per il trattamento delle seguenti affezioni: • osteoporosi nelle...
Predittori del rischio di fratture nei pazienti con lupus eritematoso sistemico
La perdita ossea nel lupus eritematoso sistemico è multifattoriale. Studi recenti hanno dimostrato che i corticosteroidi, le precedenti fratture e l'aumento...
L'uso di statine può ridurre il rischio di fratture dopo l'ictus
Uno studio di popolazione condotto a Taiwan ha mostrato che gli adulti a cui è prescritta la terapia con...
L'esposizione a basse dosi di glucocorticoidi aumenta il rischio di fratture osteoporotiche
Tra i pazienti con varie condizioni infiammatorie, l'esposizione ai glucocorticoidi a dosi fino a 5 mg al giorno può essere...
La gestione dei pazienti ad alto rischio di fratture dell'anca secondo la valutazione FRAX riduce le fratture dell'anca
Lo studio SCOOP ( SCreening for Osteoporosis in Older women for the Prevention of fracture ) è stato effettuato in...
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e gli oppiacei aumentano il rischio di fratture osteoporotiche nei pazienti con artrite reumatoide
I pazienti con artrite reumatoide presentano un più alto rischio di fratture osteoporotiche se prendono oppiacei o inibitori selettivi del...
Forsteo nel trattamento dell'osteoporosi nelle donne in postmenopausa e negli uomini e donne con rischio maggiore di fratture
Forsteo è un medicinale contenente il principio attivo Teriparatide, che trova impiego nel trattamento dell’osteoporosi ( malattia che rende fragili...
Trattamento dell’osteoporosi in donne in post-menopausa a rischio di fratture ossee: Bonviva
Bonviva è un medicinale che contiene il principio attivo Acido Ibandronico, che trova indicazione nel trattamento dell’osteoporosi in donne in...